angelinadamontegiove

Angelina è una figura di rilievo nella storia della vita religiosa, in particolare di quella francescana, e nel definirsi del ruolo della donna in Italia. Eppure ben poco la storia ci ha tramandato della sua vita prima che giungesse a Foligno, forse a causa della peste nera che portava a distruggere libri e documenti, fonti di contagio. Delle vicende che Ludovico Jacobilli (l’erudito folignate che ne scrisse la biografia nel Seicento) racconta, poche hanno trovato riscontro nei documenti.
Certo è che Angelina nacque intorno al 1357 a Montegiove (Tr), nella famiglia dei Conti di Marsciano, ultima di cinque figli. Rimase ben presto orfana sia di padre che di madre (forse una Salimbeni di Siena).
Dopo la morte dei tre fratelli, giunse a Foligno, nel monastero fondato da fra Paoluccio Trinci e detto, fin dal 1394 (anche a causa sua), delle Contesse. Qui divenne presto punto di riferimento per molte donne nonché la guida di una congregazione di monasteri che volevano vivere il Vangelo seguendo gli insegnamenti san Francesco senza però emettere i voti solenni ed entrare in clausura, come era per le clarisse.
Angelina spese tutta la sua esistenza a servizio di questa vocazione, che difese strenuamente contro tutte le difficoltà (compresa l’opposizione di una parte della Chiesa). Questa è anche l’eredità che ha lasciato alle suore che da lei prendono il nome (Terziarie Francescane della Beata Angelina): la contemplazione amorosa di Gesù povero e nudo in Croce unita all’impegno del servizio e dell’accoglienza, della pazienza e dell’umiltà. Costante nella sua iconografia è il segno della fiamma, evidente riferimento alla carità, che insieme all’umiltà l’hanno contraddistinta. Il monastero di S. Anna, in cui Angelina è vissuta ed è morta reca impresse sulle pietre i segni della sua spiritualità.
Il suo corpo, incorrotto, si venera a Foligno, nella chiesa di San Francesco, che custodisce anche le spoglie della beata Angela.

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